Hacker prendono di mira centri di ricerca sul vaccino. La denuncia di Microsoft
Microsoft ha denunciato una serie di attacchi hacker rivolti a ospedali, organizzazioni sanitarie internazionali e aziende farmaceutiche impegnate nella ricerca sul vaccino e la cura per il Covid-19. Non è purtroppo la prima volta che ciò accade: basti pensare a quanto avvenuto all’Ospedale Spallanzani di Roma lo scorso aprile e nella Repubblica Ceca, che hanno spinto anche la Croce Rossa Internazionale ad intervenire sull’argomento chiedendo a Governi e istituzioni un maggiore impegno nella lotta al cybercrimine.
Sono tre le realtà individuate da Microsoft: una russa (il nome è tutto un programma: Strontium) e due nord coreane – Zinc e Cerium. Gli obiettivi sono stati case farmaceutiche e centri di ricerca sul vaccino ubicati in Canada, Francia, India, Corea del Sud e Stati Uniti. La strategia è sempre la stessa: forzare i login per rubare le credenziali personali fingendo di far parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di società di recruiting per la ricerca sul Covid.
Simili situazioni si erano verificate anche di recente: una sempre a Roma, questa volta all’Università di Tor Vergata, in cui hacker sono entrati nei server rendendo inaccessibili documenti di fondamentale importanza sulle terapie in fase di studio e sperimentazione; e l’altra proveniva invece dalla Russia, sempre indirizzata a laboratori impegnati contro il Covid-19. In questo secondo caso si era riscontrato il coinvolgimento dei servizi segreti russi, interessati a rubare dati sensibili sulla ricerca per il vaccino.
Microsoft ha partecipato in questi giorni al Paris Peace Forum, espressamente dedicato alla lotta al cybercrimine e che ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti dei Governi di tutto il mondo e di organizzazioni impegnate nella ricerca del vaccino.
Paris Call resta la più grande coalizione multi-stakeholder che affronta questi problemi, e il suo primo principio è la prevenzione di pericolose attività informatiche che creano minacce indiscriminate o sistemiche alle persone e alle infrastrutture critiche.
Credits immagine d’apertura: Pixabay
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